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@fanta: non sono io ad aver detto che il terapeuta è o può essere interpretato come un tuo alleato, né lo penso minimamente, anche se è vero che in qualche modo tuo marito è stato "costretto" alla terapia a partire dal suo tradimento, quindi è del tutto probabile che si sentisse in qualche modo al centro della questione e un po' "sotto esame".
Il fatto è che in questi casi spesso la terapia di coppia più che aiutare una coppia a ricomporsi la aiuta a prendere coscienza del fatto che è finita e fa in modo che si dissolva nel modo meno traumatico possibile.
Io sono moderatamente convinto che tuo marito avesse deciso che non eravate più una coppia ben prima che ti tradisse, anche se magari non lo ammetteva a se stesso, e quanto hai appena scritto direi che lo conferma. Non riusciva però ad esternare il suo malessere con le parole e forse non lo metteva neanche a fuoco. Gli sono serviti i fatti: prima il tradimento e poi la terapia per mettere a fuoco la situazione, infine l'allontanamento natalizio per comunicarlo urbi et orbi. Direi che è coerente con la descrizione di "orso" che ne hai fatto.
Quanto al fatto che non si decida a mettere nero su bianco la separazione, direi che il motivo lo ritrovi in quello che tu stessa scrivi:
Ma non voglio essere io a chiedere la separazione, per ora, mi piacerebbe che se ha dichiarato una crisi e se non fa passi per risolverla, sia lui a dire: non c’è soluzione se non la separazione. Almeno una volta che prenda una decisione o chieda aiuto. Ma faccia qualcosa alla luce del sole senza fuggire!
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Vedi Apive, per tante coppie dove la terapia di coppia accompagna alla separazione, ce ne sono tante che invece ce la fanno e diventano più forti.
Certo che oltre alla comunicazione l’elemento base per una coppia è l’amore. Chi porta avanti una relazione parallela per anni dovrebbe avere avuto abbastanza tempo per chiarirsi nella testa se il proprio compagno ufficiale gli sta bene o no, se lo ama e vuole continuare ad averlo. Al momento della scoperta che ormai sapeva che stava avvenendo, era ancora troppo presto per prendere una decisione? E dopo un anno è ancora troppo presto? Ma come si fa ad essere degli eterni indecisi?
Sono io che voglio tutto subito, bianco o nero o questa indecisione è sintomo di una persona con grossi travagli interiori e tanta insicurezza? Perché gli è così difficile non trascinare in eterno una decisione?
Anche per cambiare lavoro è stata la stessa cosa: tante lamentele, insofferenza, stress, insoddisfazione a cui hanno fatto seguito tanti colloqui per provare a lavorare altrove e poi? È rimasto nello stesso posto, ha cambiato fitta 30 anni fa e tutte le altre possibilità all’improvviso sono state viste come peggiori e in effetti ha realizzato che tutto ciò che gli dà l’azienda per cui lavora è un privilegio che nessun’altra azienda gli darebbe mai. E quindi è stata un’esperienza realizzare che forse deve essere un po meno incontentabile. -
Io non so perché se io esprimo dei giudizi non va bene ma se lo fanno altri nei miei confronti è accettabile.
Apive non si tratta di cadere in piedi o di addossare colpe.
Non sono una talebana. So bene che le coppie nascono, le relazioni crescono, cambiano e possono morire.
Invece di fuggire, basterebbe dirselo che il tentativo che stiamo facendo non sembra funzionare. Immagino i sensi di colpa nel vedere l’altra persona contenta di come stanno andando le cose e tu non sentirti a tuo agio. Immagino la difficoltà ma la strategia attuale mi sembra di gran lunga peggiore.
La fuga come l’ha architettata sta lasciando diversi cadaveri sul selciato: due figli che si sentono abbandonati, due genitori anziani che sono tra il preoccupato e il deluso e temono di non rivederlo e una moglie che si sente tradita una seconda volta.
Io sarò quella che sono ma è proprio sicuro che la sua strategia sia quella più indolore? Indolore per chi?
Magari ad essere trasparenti si sarebbe già risolto tutto da un pezzo. Poi è chiaro che se continua nel suo nascondersi sarò io a chiedere la separazione. Vorrei vedere te nei miei panni, caro Apive! Dietro a una tastiera si giudica, talebana, voglio cadere in piedi, rigidona e tante altre cose che mi sono letta.
Non ho mai raccontato delle rigidità di mio marito a cui il 90% della gente non si sarebbe sottoposta. Eppure l’ho fatto credendo che a mostrarmi morbida e sottostare a certe decisioni unilaterali fosse meglio per la famiglia e ho finito per accontentare chi non è mai contento.
Mi sembrava che certi sacrifici valessero la pena perché poi c’erano tante cose positive a compensare. Dovevo dire NO a certe cose che alla fine mi si sono riversate sulla mia schiena e gli hanno dato pure la libertà di farsi la sua bella vita nascosta. Non sono stata abbastanza assertiva: ho sbagliato!
E così sono finita cornuta e mazziata.Ultima modifica di fantasticonov; 28-12-2020 alle 13:44
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E, nuovamente, non ho detto che non si verifica ciò...
Stando ad un paio di statistiche che ho trovato al volo su Google, la percentuale di separazioni al termine della terapia di coppia è del 40%. NB: ho detto di "separazioni", non di "insuccessi", perché per quanto possa sembrare paradossale, accompagnare ad una separazione serena è un successo per la terapia di coppia.
Si tratta di una statistica, quindi va anche interpretata: pare che le percentuali più alte di riavvicinamento si abbiano per le coppie che fanno terapia ai primi segnali di incomprensioni, al massimo entro un paio di anni. Insomma, il vostro caso se... aveste iniziato la terapia 6-7 anni fa. Di conseguenza, negli altri casi, quelli come il tuo ora, le percentuali cambiano drasticamente. Poi, naturalmente, come tutte le statistiche anche questa non vuol dir nulla sul caso specifico.
Certo che oltre alla comunicazione l’elemento base per una coppia è l’amore.
Vuol dir tutto e non vuol dir niente.
Chi porta avanti una relazione parallela per anni dovrebbe avere avuto abbastanza tempo per chiarirsi nella testa se il proprio compagno ufficiale gli sta bene o no, se lo ama e vuole continuare ad averlo. Al momento della scoperta che ormai sapeva che stava avvenendo, era ancora troppo presto per prendere una decisione? E dopo un anno è ancora troppo presto? Ma come si fa ad essere degli eterni indecisi?
Sono io che voglio tutto subito, bianco o nero o questa indecisione è sintomo di una persona con grossi travagli interiori e tanta insicurezza? Perché gli è così difficile non trascinare in eterno una decisione?
Poi che abbia difficoltà a dirtelo in faccia, ci sta tutto: non dev'essere facile neanche per lui accettare il fallimento di una relazione così lunga e importante. Da un certo punto di vista, è il fallimento di una vita. E dato che trascina te nel suo fallimento, mi immagino che questo gli dispiaccia, a prescindere da tutto, per cui non sorprende che, non riuscendo a parlare, agisca: adesso tutti sanno già tutto e lui non ha bisogno di comunicare niente a nessuno. Al massimo qualcuno gli chiederà qualche spiegazione, ma neanche più di tanto: sapendo tutti che c'è di mezzo un'altra donna, al massimo scrolleranno un po' le spalle e catalogheranno la vicenda nel solito déjà vù del maschio annoiato che ha perso il lume della ragione attirato dal profumo di un po' di pelo nuovo. -
Poi, se vuoi dialogare, sarebbe anche bene che tu imparassi la dialettica del confronto: io non ho detto che tu sei una cretina perché vuoi aver ragione. Non ho espresso un giudizio. Ho solo analizzato, parafrasandolo, quanto tu hai detto. E questo stendendo un velo pietoso sulla natura dei tuoi giudizi, eh?
Ti ho dato un punto di vista, niente di più. Se non ti piace, scartalo pure, senza bisogno di rivoltarti contro di me.
Se poi l'unico dialogo che intendi è quello in cui ti si dice che sì, hai ragione e tuo marito è stato un cattivone inzenzibbile... beh... che vuoi che ti dica? Sei su un'ottima strada per dialogare solo con te stessa. -
Ma perché c’è ancora l’altra in ballo?
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No, White, l’altra non ha nulla a che fare con la situazione attuale. La loro relazione non c’è da parecchio.
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Apive ti sbagli. Gli unici che sanno che c’è stato un tradimento (che ora non c’è) sono i figli che mi hanno messa spalle al muro e hanno voluto sapere. Nessun altro lo sa con certezza ma certamente i suoi genitori anziani si stanno interrogando se ci possa essere stata di mezzo una donna. Anche se oggi la nuova crisi non è legata al tradimento. A cosa sia legata è difficile sapere grazie al “silenzio stampa” da lui adottato.
Ultima modifica di fantasticonov; 28-12-2020 alle 14:57
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Naturalmente dall'alto delle tue certezze hai già le risposte. Prova a essere coinvolto direttamente e tutto ti appare nebuloso e incerto. Ma da dietro la tastiera, senza conoscere le persone e le situazioni, raccontate solo da una campana, per te è tutto chiaro! E dire che la Talebana ero io...
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