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Io direi che la percezione del pericolo è acuita dall'attenzione che si rivolge ad esso. E in questi mesi non si parla che di questo.
Con ciò non voglio dire che i timori siano totalmente infondati, certamente li sopravvalutiamo rispetto a tanti altri pericoli di cui siamo meno coscienti.
Date parole al vostro amore se non volete che il vostro cuore si spezzi! (William Shakespeare) -
Mi sai dire i morti in Brasile per fascia d'età o stai citando solo dei titoloni di questo o quel giornale??
Cortesemente, solo fonti ufficiali tipo OMS o agenzie governative. Prima di allora si tratta solo di rispettabilissime opinioni, ma null'altro che opinioni.
Se dobbiamo "contestarci" facciamolo almeno sui numeri certificati e non sui titoli di giornale.Ultima modifica di Adanyy; 22-06-2021 alle 10:21
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Non serve fare una analisi di incidenza per fascia di età. Non si può pretendere che il rapporto deceduti / infettati sia confrontabile tra due popolazioni in cui l'età media è molto diversa. Serve la dimostrazione?
Date parole al vostro amore se non volete che il vostro cuore si spezzi! (William Shakespeare) -
@ Tristaldo
Dato per assodato che siamo popolazioni con caratteristiche diverse (età media, reddito,ecc) certo che servono i dati per fasce d'età se se volete affermare che in Brasile che sono morti essenzialmente "i giovani".
Altrimenti sono solo opinioni personali non comprovate da nulla e in questo caso facciamo il rapporto sull'unico dato certo che abbiamo, rispettiva popolazione e rispettivi morti in senso assoluto.
Giusto per capirci il Presidente della Società di Italiana di Pediatria dice: "Sentir parlare in Brasile di circa 1.000 morti in età 0-9 anni, di cui la metà sotto l’anno di vita addolora moltissimo, ma trova spiegazioni anche nelle dolorose situazioni socio-economiche e ambientali in cui questi bambini vivono -
@ Tristaldo
Dato per assodato che siamo due popolazioni con caratteristiche diverse (età media, reddito, ecc) in mancanza di altri numeri (ad esempio per fasce d'età) gli unici valori confrontabili sono il rapporto morti/popolazione totale delle rispettive nazioni.
Tutto il resto è aria fritta come quella che ci stanno propinando da 15 mesi a questa parte tutti i mass media in circolazione.
E se non proprio "aria fritta" sono solo opinioni personali.
Per capirci questo è il presidente dei pediatri italiani: "Sentir parlare in Brasile di circa 1.000 morti in età 0-9 anni, di cui la metà sotto l’anno di vita addolora moltissimo, ma trova spiegazioni anche nelle dolorose situazioni socio-economiche e ambientali in cui questi bambini vivono". (l'articolo completo è su sip.it)
Che tradotto lo si può anche leggere così:"Quanti morti sotto i 9 anni ci sarebbero stati in Brasile anche senza il Covid?"
Ma questa è SOLO una mia opinione visto che non lo dice lui.
Ultima modifica di Adanyy; 22-06-2021 alle 11:52
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Ci sono diverse ragioni per cui le Aziende Sanitarie Locali hanno deciso di iniziare a sospendere il proprio personale che si rifiuta di sottoporsi al vaccino se non per ragioni di incompatibilità fisiche dimostrabili.
La principale è che avere all’interno delle proprie strutture sanitarie, una percentuale anche non particolarmente importante di "non vaccinati", crea enormi problemi di organizzazione all’intera struttura. Immaginate cosa può significare sottoporre ad un tampone tutti i giorni una parte del personale, per poi tenerlo parcheggiato in aree idonee, esattamente come avviene per un utente non vaccinato che arriva al pronto soccorso in attesa di conoscere l’esito del tampone, nella migliore delle ipotesi due o tre ore. In caso di tampone positivo poi si dovrebbe effettuare un secondo tampone di verifica ed in caso di nuova conferma, rimandare il dipendente a casa per chissà quanto tempo. Tutto questo ovviamente andrebbe fatto sottraendo risorse economiche e di personale alla struttura stessa, da chi effettua il tampone, al tecnico di laboratorio che lo deve analizzare, al personale del SITRA che dovrebbe continuamente riorganizzare e gestire tutto il personale infermieristico, ecc…
Immaginate l’impatto sul funzionamento di una struttura molto complessa come un ospedale, il non poter mai sapere con esattezza quanto personale avrà a disposizione per il giorno successivo. Come si può organizzare il lavoro nei reparti, nei blocchi operatori, come si possono programmare gli interventi o le visite specialistiche? In strutture tra l’altro che già soffrivano di mancanza cronica di personale a causa del blocco delle assunzioni, prima del covid?
Si vabbè mi direte voi, ma il personale che lavora negli ospedali si è sempre ammalato, anche prima del covid ed è vero, infatti esistono delle procedure interne che prevedono di fronteggiare eventuali assenze facendo ricorso a personale di riserva, (che in realtà esiste solo sulla carta se non in alcune “fortunate” zone d’Italia come le provincie autonome di Trento e Bolzano). Di fatto quello che succede nella maggioranza dei casi in tutti gli ospedali pubblici italiani è che si obbliga l’operatore sanitario, medico, infermiere, inserviente ad un prolungamento del suo orario per coprire il collega assente o a saltare il proprio turno di riposo. (tra l’altro tutte ore in più che sono pagate una vera miseria ed in alcuni casi superato il tetto massimo, non vengono pagate affatto).
Si perché a differenza di quanto si è letto, delle due cose che nel “momento del bisogno” tutte le forze politiche si sono affrettate a promettere e cioè: più soldi e più personale nelle strutture pubbliche, si è visto poco o proprio nulla, anche perché il personale disponibile in giro non c’è. Nei mesi scorsi siamo arrivati al punto di vedere bandi regionali che offrivano condizioni di assunzione particolarmente vantaggiose a sanitari che venivano da “fuori regione”, in pratica siamo arrivati al punto di rubarci medici e infermieri da una regione all’altra.
Quindi affermare come ho letto che il medico, l’infermiere od anche il semplice inserviente che non si vaccina non danneggia nessuno è una grandissima belinata, perché la sua cosiddetta “libertà di scelta” in realtà finisce per metterlo nel didietro a tutti gli altri colleghi a cui tocca coprire per settimane i suoi turni, (in caso di malattia), ai pazienti che si troveranno ad avere liste e tempi di attesa più lunghi, per non parlare di chi si vede rimandare magari una cura o un intervento chirurgico all’ultimo momento, e all'intera collettività visto i costi economici e sociali che tutto questo ambaradan comporta.
La cosa altresì curiosa oserei dire quasi sospetta, è che la quasi totalità di questi “obbiettori del vaccino” chissà perché si trovano nelle strutture pubbliche dove licenziare qualcuno è quasi impossibile. In quelle private sono invece rarissimi, forse perchè non ci pensano due volte a trovare il modo per disfarsi di chi non si adegua alle direttive della struttura. Potremmo magari anche parlare di molti medici “obbiettori” a corrente alternata per quanto riguarda l’aborto: obbiettori nel pubblico, non obbiettori quando vanno ad operare nelle cliniche private, ma questa è un’altra storia…
Si perché la verità è che tra i tanti “eroi” che abbiamo avuto nelle strutture pubbliche e che tutt’ora si fanno il mazzo quadrato, ci sono stati anche molti sanitari, a tutti i livelli, che a marzo dell'anno scorso ai primi segnali di pandemia hanno disertato dandosi malati per mesi, senza preoccuparsi di lasciare nella c a c c a i loro colleghi.
La seconda problematica riguarda la responsabilità che l’ASL e le singole strutture hanno nei confronti della salute sia dei dipendenti che dell’utente. Ora è pur vero che anche un vaccinato può trasmettere la malattia ma immaginate cosa succederebbe dal punto di vista della responsabilità legale, nel caso un paziente si ammalasse dopo essere stato a contatto con del personale della struttura “non vaccinato”, o cosa succederebbe per lo stesso motivo anche se ad ammalarsi riportando danni permanenti fosse lo stesso dipendente non vaccinato, si perché la legge è talmente contorta da condannare il datore di lavoro, (esistono sentenze di questo tipo), nonostante abbia dimostrato di aver vietato il fumo nei propri locali e aver sanzionato più volte quel dipendente, che ora deve risarcire per essersi beccato un bel cancro ai polmoni, per non averlo sospeso o licenziato tutelando così la sua salute.
Nel caso specifico il vaccino potrebbe essere comparato all’obbligo per il datore di lavoro di fornire al proprio dipendente per le mansioni svolte degli opportuni DPI (Dispositivi di Protezione Individuali), a cui il dipendente non può sottrarsi, pena la sospensione, il cambio di mansione e…, nel caso quest’ultima ipotesi non sia percorribile il licenziamento per giusta causa.“La volgarità di un'idea si misura dal suo bisogno di proselitismo.”
Mario Andrea Rigoni -
Scusa, Minsc, ma che cosa c'entra che io lavori o no? Hai appena detto che un medico è ricco e che con 3200 euro al mese anche al Nord si vive bene, ed ora vieni a chiedermi perché non lo aiuto a tirare a fine mese?
Che "lì al Sud" 3200 euro a mese siano una buona cifra concordo con te. Che qui a Milano non lo siano (ed era di questo che si parlava), mi hai appena dato ragione con la tua domanda.
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@ Caoscalmo.
Hai perfettamente ragione. La mia ipotesi surreale di sottoporre i medici ad un tampone quotidiano era una risposta a chi surrealmente riteneva possibile che in un ospedale potesse esercitare del personale non vaccinato. -
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